Un paio di settimane fa ho partecipato a una conferenza dal titolo Benessere in cammino.
Il mio contributo è stato di tipo divulgativo: ho voluto condividere quanto la camminata possa rappresentare una risorsa semplice e potente per gestire il carico di emozioni difficili che la vita ci presenta.
Chi riesce a muoversi con regolarità, a camminare o praticare attività fisica, scopre che anche le emozioni diventano più gestibili. Il corpo, attraverso il movimento, ha un potere trasformativo straordinario.
Durante l’incontro, Roberta Belletti – Presidente dell’Associazione Civitanova Cammina – mi ha rivolto delle domande che mi hanno dato modo di riflettere ancora più a fondo sul tema.
Dalla mia esperienza quotidiana, sia personale che professionale, osservo che gran parte della confusione emotiva nasce da un rimuginio continuo, da pensieri che non si fermano nemmeno di notte, alimentando paure infondate e comportamenti autodistruttivi.
Ognuno ha la propria storia, i propri motivi, tutti assolutamente legittimi. Ma ciò che noto, senza giudizio, è una costante: la maggior parte delle persone che vive in questo stato non si muove.
Il loro corpo produce sempre la stessa “chimica tossica”, quella degli ormoni dello stress, che mantiene il sistema in allerta e impedisce la rigenerazione.
Il movimento, invece, produce la chimica del benessere.
Camminare riattiva il flusso energetico nelle gambe, favorendo il rilascio delle emozioni trattenute – come la paura, che fisiologicamente si localizza proprio lì.
La camminata facilita il radicamento, armonizza la respirazione (in particolare quella vagotonica, essenziale per il rilassamento) e restituisce presenza e consapevolezza.
Quando camminiamo, il corpo e la mente ritrovano un ritmo naturale che consente di riflettere con maggiore lucidità.
La nostra biochimica influenza direttamente il nostro stato di salute e anche la qualità delle nostre relazioni.
Molti parlano di “relazioni tossiche” e desiderano circondarsi di persone sane, ma spesso dimenticano che il primo passo è trasformare la relazione con sé stessi.
Ogni volta che alimentiamo il corpo con ormoni dello stress, manteniamo attivo un sistema interno di tossicità; ogni volta che scegliamo di muoverci, di respirare, di camminare, nutriamo invece una biochimica di benessere fatta di endorfine, serotonina e vitalità.
Camminare è una risorsa semplice, gratuita e profondamente trasformativa.
Può davvero sostituire la lamentela e il vittimismo, perché sposta l’attenzione dall’impotenza all’azione.
È troppo facile?
Forse.
Ma è proprio questa semplicità che spesso spaventa: ci mette davanti al fatto che il potere di stare meglio è nelle nostre mani.
La natura ci ha fornito tutti gli strumenti necessari per stare bene.
Siamo noi che, spesso, complichiamo le cose ignorando le risorse a disposizione.
Riequilibrare la connessione con il nostro stato naturale e con le potenzialità di autoregolazione e autoguarigione è un atto di consapevolezza profonda.
Nessuno verrà a prenderti per mano e portarti a camminare: sei tu che devi scegliere di dedicare un po’ del tuo tempo al tuo benessere.
E se trovi sempre una scusa per non farlo, prova almeno ad essere onesto con te stesso: forse, in fondo, non vuoi davvero cambiare. Forse stai ancora traendo un “beneficio secondario” dal rimanere nello stato di cui ti lamenti.
La buona notizia è che puoi scegliere diversamente, in qualunque momento.
Basta un passo. Poi un altro.
E a ogni passo, qualcosa dentro di te ricomincia a respirare.
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