Oggi voglio condividere una riflessione nata durante un incontro con una ragazza poco più che ventenne. Mi ha raccontato di sentire spesso un peso costante nella parte del cuore, uno stato di ansia che a volte arriva a esplodere in forti mal di testa.

Quante volte ci siamo detti: “Se lui o lei cambiasse, io starei meglio”?È umano, è la strada più facile. Puntando il dito fuori di noi, ci sembra di ridurre la fatica interiore. Ma la verità è che il malessere che sentiamo – quella rabbia che ci scatta senza motivo, quella paura che ci paralizza, quella sensazione di vuoto che cerchiamo di riempire – non nasce dagli altri. Nasce da noi, da convinzioni profonde, sedimentate, che spesso non abbiamo mai messo in discussione.

Ti sei mai chiesta quanto tempo dedichi ad ascoltarti davvero?

C’è un momento, spesso silenzioso e inaspettato, in cui il corpo ci parla con forza. A volte sussurra, altre volte urla. E se imparassimo ad ascoltarlo davvero?

Ci sono parti del corpo che gridano, eppure non hanno voce. Parti che bruciano senza motivo apparente.Dolori che vanno e vengono, infiammazioni silenziose… eppure costanti.Ti sei mai chiesta cosa stanno tentando di dire?

“Mai avrei pensato di dovermi far aiutare a risolvere i miei problemi.”Lo ha detto con un filo di voce, spezzata dall’emozione, al telefono con me, che ero una completa sconosciuta.

Viviamo immersi in ritmi accelerati, pieni di stimoli e richieste.Il corpo, però, non sempre riesce a tenere il passo.

Hai sempre messo al primo posto gli altri: famiglia, lavoro, relazioni. Eppure, dentro di te senti un vuoto, una stanchezza che non passa nemmeno quando ti fermi. Se ti riconosci in questa sensazione, è tempo di cambiare prospettiva.

La musica ha un potere straordinario, capace di trasformare il nostro stato vitale. Ognuno di noi ha sperimentato almeno una volta come una melodia possa smuovere emozioni profonde o procurare sentimenti inattesi. Senza nemmeno rendercene conto, accediamo alla musica come a una forma di guarigione sottile.